Stanno arrivando gli elenchi del 5 per mille 2011, con taglio basso

3

bbasTutti a chiedere e a chiedersi “ma quando arrivano i dati del 5 per mille 2011 (redditi 2010)?”

Sono numeri importanti per le organizzazioni, in quanto – una volta che si conoscono – si possono mettere tra le risorse sicure, crediti esigibili sotto i 12 mesi (normalmente) e quindi si può programmare una parte non indifferente di attività.

Per ciò che sono venuto a sapere, l’Agenzia delle Entrate ha pronti da tempo gli elenchi dei diversi (allora 5) settori del 5 per mille, li ha inviati ai Ministeri competenti per avere un OK, l’ha ricevuto – almeno da alcuni, non sappiamo da altri.

La domanda è: cosa aspettano? Pare che entro fine aprile li pubblichino, magari alla chetichella come lo scorso anno (quello della grande rapina, per intenderci).

Potrebbero aspettare un nuovo governo che si prenda uno straccio di responsabilità sull’ennesimo taglio al 5 per mille.

Infatti, dai dati parziali in mio possesso (non ho le liste), probabilmente la somma totale del versato (dalla Ragioneria dello Stato) non supererà i 410 milioni, a fronte di un più probabile 450 / 470 milioni di erogato dai cittadini contribuenti.

Un primo piccolo sospiro di sollievo ci viene pensando che il taglio dei 100 milioni per la SLA (ve lo ricordate?) è stato operato per il 5 per mille 2010 e non per il 2011, come sembrava scorrendo la legge. Pertanto nel 2010 abbiamo ricevuto 383 milioni perchè dovevano essere 400 – 100 = 300 cui sono stati aggiunti resti vari da precedenti edizioni ammontanti a 83 milioni = 383.

Sollevati dal fatto che il ladrocinio più pesante lo abbiamo subito l’anno scorso (ragionamento da timidi masochisti), ritengo che anche per il 2011 – se le cifre sono confermate – il taglio sarà considerevole, valutabile tra i 40 e i 60 milioni.

La domanda sorge spontanea: chi permette alla Ragioneria dello Stato di tagliare le risorse del 5 per mille? E’ vero che nelle diverse leggi fotocopia della misura si parla di “somme complessive destinate alla liquidazione del 5 per mille … sono quantificate nell’importo di euro 400 milioni”, ma è anche vero che dall’altra parte abbiamo i cittadini che ritengono di aver destinato tutto il proprio 5 per mille delle imposte pagate ad una certa organizzazione o settore.

Poi, vediamo se è proprio vero che “… lo dice la legge”.

Nel commentare la conversione in legge del DL 95/12 relativo ad una serie di disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini, il Servizio Bilancio dello Stato della Camera, parlando del 5 per mille 2012 in parte (5 milioni) evirato per dare i soldi per la grande nevicata di due inverni fa a Roma (transeat), afferma (il grassetto e mio)

Con riferimento al comma 10, inoltre, andrebbero acquisiti i dati posti alla base della riduzione di una quota dello stanziamento 2012 destinato al finanziamento del cinque per mille. Poiché, infatti, in base alla normativa vigente tale spesa è commisurata alle opzioni effettivamente esercitate dai contribuenti, un’alterazione del meccanismo potrebbe determinare la necessità di reintegrare successivamente il fondo per fare fronte alle esigenze derivanti dalle indicazioni espresse.

E’ chiaro, no? I fondi devono comunque esserci, in quanto per l’interpretazione teleologica della norma non può comunque essere che se la legge consente ai cittadini di destinare una parte delle proprie imposte a favore delle non profit, lo Stato destina una parte inferiore di risorse a favore di quei soggetti. Come dire: non è che il legislatore dice che puoi dare il 5 per mille, poi autonomamente i ministeri interpretano che “vabbè non proprio il 5, facciamo il 4 e qualcosa”. E’ chiaro – secondo il “Servizio Bilancio della Camera” che le somme ascritte sono quindi da leggersi come previsioni di spesa e non come limiti di spesa.

Altrimenti la discrasia con l’8 per mille si farebbe ancora più evidente. Nell’8 per mille anche chi non firma dà comunque obtorto collo il suo 8 per mille INTERO (e ai soggetti beneficiari viene riconosciuto persino un anticipo) a favore delle varie chiese, del finanziamento delle missioni di guerra ecc.

Di tutto ciò ai politici, ai funzionari ministeriali (almeno a molti, non a tutti), non importa un bel niente, lo abbiamo capito da tempo. Ma così stanno le cose. Quando i soloni universitari e confindustriali dicono che il non profit deve evolversi, deve saper programmare attività future, deve autosostenersi, ecco, io li “autoinvestirei”, facendo loro presente qual è la condizione di crescente incertezza nella quale vivono le organizzazioni.

Ma a qualcuno importa qualcosa la realtà dei fatti?

Ai nuovi parlamentari, alcuni dei quali con una storia onorabilissima nel non profit, interessa far evolvere il terzo settore, o si accontentano che rimanga schiacciato da una burocrazia cieca ed insensibile?

Un presidente americano ebbe a dire

Facts are stubborn things; and whatever may be our wishes, our inclinations, or the dictates of our passion, they cannot alter the state of facts and evidence.

C’è qualcuno là fuori disposto a confrontarsi sui fatti?

Carlo Mazzini

Related Posts with Thumbnails
Share.

About Author

3 commenti

  1. Ancora nulla all’orizzonte.
    Per facilitare la ricerca e la “memoria storica” consiglierei alla Agenzia delle Entrate di aggiungere l’anno ai vari collegamenti indicati il suo sito, nella sezione Elenchi.
    – elenchi al 25 maggio
    – elenchi al 13 maggio.
    Giorno/Mese/Anno. E’ chiedere troppo?
    Attendiamo speranzosi

Leave A Reply

Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.

Questo sito utilizza cookie per funzioni proprie. Se continui nella navigazione o clicchi su un elemento della pagina accetti il loro utilizzo Per maggiori informazioni vai in fondo alla pagina e clicca su "Privacy Policy"

Vai in fondo alla pagina e clicca su "Privacy Policy" - Per contattarci su questioni "Privacy" scrivi a "studiouno (chiocciola) quinonprofit.it"

Chiudi