5 per mille: CAF ed associazioni, il conflitto d’interessi che c’è

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Schermata 2014-01-14 alle 12.44.20In questa seconda settimana lavorativa dell’anno c’è un gran fermento sul 5 per mille, da parte della politica (quella che dice di essere vicina al non profit) e anche del non profit che rappresenta (o dice di rappresentare) il terzo settore. Parliamo solo dei secondi.

La miccia è stata accesa dalla relazione della Corte dei Conti, pubblicata online il 24 dicembre e, detto per inciso, se la notizia della relazione fosse uscita in tempi utili per la legge di stabilità forse avrebbe potuto aiutare l’attività di pressione che alcuni politici hanno fatto per alzare il tetto da 400 a 500 milioni.

Barbieri, rappresentante del Forum del Terzo Settore, nell’intervista concessa ad Avvenire dice tre cose giuste e una sbagliata.

E’ nel giusto quando facendo il confronto con il 2 per mille per i partiti politici afferma che se quella misura è propagandata come una libera scelta dei cittadini, non si capisce perché non possa essere detto anche per il 5 per mille; da ciò ne consegue il fatto che il 5 per mille non è un finanziamento dello Stato, altrimenti anche il 2 per mille lo sarebbe e ciò in barba ad una recente sentenza della Corte dei Conti che ha sollevato dubbi sulla costituzionalità del finanziamento pubblico ai partiti.

Afferma correttamente che non è utile mettere un limite (anzi un divieto di utilizzare le somme del 5 per mille) alla pubblicità del 5 per mille (finalmente qualcuno se ne è accorto!).

Poi parla dei ritardi nell’accreditamento delle somme derivanti dall’eccessiva burocratizzazione e invita a pensare ad un unico registro; condivido in pieno.

Infine la nota stonata, quando Barbieri

esprime dubbi sul presunto conflitto di interessi delle associazioni che hanno patronati: «Parlo per i dati dei Caf che conosciamo – premette – da cui risulta che riescono a orientare percentuali minime. Peraltro non ci troverei nulla di male: chi sceglie il Caf di un sindacato o di una associazione già fa una scelta di consonanza ideale»

Conosce i CAF – come portavoce del Forum – in quanto alcune associazioni che fanno parte del Forum hanno all’interno del movimento di cui fanno parte dei CAF. Diciamo che c’è un qualche imbarazzo nel portavoce, palesato dal fatto che prima dice che non c’è conflitto d’interesse, poi parla di percentuali minime, e poi sbraca un pochettino parlando di consonanza ideale.

In effetti non c’è conflitto d’interessi, c’è convergenza d’interessi.

Solo per parlare delle ACLI e dei loro CAF, a detta della stessa ACLI non c’è nessuna pressione dei loro operatori sui contribuenti affinché firmino a favore delle ACLI. I dati sono stati resi pubblici in un articolo sull’Avvenire dell’8.1 scorso.

1.237.000 dichiarazioni passate negli uffici del CAF ACLI: solo il 14% (212.595) è a favore delle ACLI. Ma perdinci! Se fosse una percentuale “normale”, complessivamente le ACLI dovrebbe raccogliere circa 45 milioni, ed invece ne raccoglie 5,2 milioni. Inoltre faccio notare che ciò che affermano all’Avvenire gli stessi responsabili dell’ACLI gli si ritorce contro: infatti il numero di preferenze a loro favore che loro dicono essere passate dai CAF è – guarda caso – il numero di preferenze totale ricevuto dalle ACLI. Come dire: non c’è salvezza fuori dal CAF, nessuno – neppure uno – di chi non va ai CAF sceglie le ACLI.

In realtà nell’articolo o il giornalista o le ACLI hanno fatto un errore marchiano. Il 14,2% di 1,237 milioni vale 175mila firme e non 212mila. E qui si ritorna alla normalità (37mila non vengono dal  CAF ACLI), mentre rimane scompensato il confronto “parziale CAF” su “totale dichiarazioni”, in quanto se i CAF fossero neutrali le ACLI dovrebbero comunque raccogliere 45 milioni.

Appunto. Convergenza d’interessi. Che accomuna le ACLI all’AUSER che ha molto vicino i CAF della CGIL, tanto per capirci.

Comunque plaudo al fatto che, rispetto al passato e ad altri presunti rappresentanti del non profit, Barbieri dimostra un argomentare ben più articolato e afferma cose di buon senso.

Certo, se non fosse per quel ragionamento del caf…

Carlo Mazzini

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