Inchiesta del Sole 24 Ore sul lato oscuro del 5 per mille. Perché non se ne parla?

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Mi ha colpito il fatto che una bella inchiesta sul 5 per mille condotta dal Sole a fine luglio sia caduta nel vuoto dalle parti del non profit.

Non mi sembra ci siano state reazioni da parte di chi dà informazioni sul non profit o dal non profit. Di cosa parlava questa inchiesta? Del fatto che la Corte dei Conti ha chiesto a numerosi ministeri e ad alcune organizzazioni di rappresentanza del non profit di comunicarle (i primi) a che punto erano con le migliorie della sburocratizzzione del 5 per mille e (le seconde) se avevano altri appunti o novità da rilevare sulla gestione dell’agevolazione da parte delle amministrazioni pubbliche.

Non sappiamo se e cosa abbiamo risposto le amministrazioni pubbliche.

Sappiamo che quando gli è arrivata la lettera l’Istituto Italiano della Donazione non ce l’ha fatta a stare zitto; avrebbe potuto – come altri hanno fatto – rispondere privatamente alla Corte dei Conti su alcuni punti messi in rilievo dai magistrati contabili. Eh no! Troppo semplice! L’Istituto ha detto urbe et orbi che era stato interpellato e che ciò voleva dire che l’Istituto è un’istituzione importante, riconosciuta dai massimi organi dello Stato.

Qui trovate la dichiarazione del Presidente di IID, Patriarca, sì sì, proprio lui, il deputato del PD che tanto sbraccia per far vedere che c’è anche lui dietro il ddl di riforma del terzo settore. Ed è lo stesso che guida lo storico Centro Nazionale del Volontariato di Lucca. Come dire, un culo e tre poltrone (per carità, due sono verosimilmente gratuite, mentre la terza gliela paghiamo noi).

Ora, capirete bene leggendo la dichiarazione di Patriarca che vi si trova ancora una volta il sottovuoto spinto, mentre la Corte dei Conti chiedeva un riscontro puntuale su alcune questioni.

Leggete la dichiarazione

L’Istituto Italiano della Donazione (IID) è stato nuovamente interpellato dalla Corte dei Conti, unitamente a Assif, CSVnet, Convol e Forum Terzo Settore, per fornire il proprio supporto all’indagine sulla Destinazione e gestione del 5 per mille dell’Irpef condotta dalla Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato.

Sottolinea Edoardo Patriarca, Presidente IID “Con vivo piacere rispondiamo all’invito della Corte dei Conti, segno di stima nei nostri confronti e di apprezzamento per la serietà e la competenza con cui svolgiamo il nostro lavoro.

Ma come? Vi ha chiesto di rispondere, non vi ha dato una medaglia!

Come è noto, si fa sempre più urgente la necessità di riformare il 5 per mille: ne è pienamente consapevole la Corte stessa, la quale lamenta l’inerzia delle Amministrazioni pubbliche che non si sono ancora attivate in modo concreto in questa direzione”.

Numerosi gli aspetti sottolineati dalla Corte dei Conti in tema 5 per mille: dalla necessità di alzare il tetto massimo alla velocizzazione dell’erogazione; dal richiamo a non disperdere risorse alla proposta di creare un database unico e pubblico.

“La grande iniziativa del 5 per mille – commenta Patriarca – ha contribuito fortemente a sostenere il terzo settore, ma presenta ancora oggi troppi punti critici, sia sul piano del plafond di erogazione sia per la scarsa trasparenza dei requisiti delle organizzazioni che lo percepiscono. Attualmente non è prevista una effettiva verifica sul campo degli aventi diritto e questo contribuisce a creare zone d’ombra dove, tra le pieghe, trova spazio chi trasparente non è.

Ma che dice? La verifica è prevista; può essere poco efficace ma è prevista!

L’Istituto è depositario di competenze tecniche che desideriamo condividere e mettere a sistema, a vantaggio di tutto il terzo  settore, in particolar modo su temi a noi particolarmente cari come il 5 per mille. È dunque fondamentale eliminare tutti gli ostacoli burocratici e amministrativi che frenano le attività del non profit in Italia, favorendo e rendendo effettivamente disponibili tutti gli strumenti fiscali, dal 5 per mille senza massimali alla maggiore deducibilità delle donazioni, che possano sostenere il terzo settore”.

E’ imbarazzante leggere, da un ente che si fa guidare da un deputato della maggioranza, l’affermazione che la macchina statale – governata dalla maggioranza – non funziona.

Ma torniamo al Sole 24 Ore che ha messo in luce soprattutto i meccanismi che – almeno per due enti che hanno ricevuto molti contributi dal 5 per mille – fanno leva sul convincimento da parte di quelle strutture (CAF e commercialisti) che dovrebbero essere neutrali.

Leggete con calma l’articolo a firma di Valentina Melis: si parla di Assipromos (il cui sito non è più raggiungibile) tra le prime 20 classificate nel “volontariato”, e dell’Università Telematica Pegaso 11esima tra gli enti di ricerca scientifica e università nel 2012.

Sono enti con storie diverse, per carità, accomunati solo dal fatto di aver ricevuto 5 per mille generosi e di essere vicini al mondo della politica.

Assipromos aveva fino a poco tempo fa come Presidente il padre di un candidato (credo trombato) alle Europee, Presidente quest’ultimo di un sindacato degli agricoltori molto potente nel sud (FNA) e di annesso CAF. L’Università Telematica Pegaso non saprei dire quale vicinanza o aderenza politica possa avere. E’ di sicuro un caso che abbia tra i suoi docenti un certo Berlusconi Silvio che insegnerà la politica del buon governo, e linguaggi della comunicazione pubblica e istituzionali. L’Università – in merito al 5 per mille – sarebbe stata aiutata, ipotizza la giornalista, da sindacati e ordini professionali, anche se nell’articolo i responsabili negano questa eventualità.

Che tutto ciò sia passato sotto silenzio nella stampa non profit non me lo riesco proprio a spiegare.

Non sarà che la politica e i politicanti abbiano un peso anche nell’informazione del non profit?

Carlo Mazzini

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