Rappresentanti del III settore: due per mille a partiti politici e cultura, niente da dichiarare?

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Appello a Forum Terzo Settore, CSVnet, CONVOL, AOI e altri soggetti del III settore. Proviamoci.

TONO affettuoso
“Carissimi rappresentanti di aggregazioni e rappresentanze del III settore,
voi sapete che vi voglio bene, che credo che il vs lavoro sia davvero insostituibile, …”
OK, non è credibile!

TONO serio
“Egregi signori, portavoce di organizzazioni di secondo o terzo livello,
il ruolo che ricoprite richiede da parte vostra una presa di coscienza e un’esposizione politica anche in relazione a due temi: 2 per mille ai partiti politici e al “nuovo” 2 per mille alle associazioni culturali.”
Che mal di testa, non ce la faccio!

TONO informale
Avete la pretesa, presunzione ed occasione di rappresentare enti del terzo settore? Benissimo, chi vi toglie il giocattolo? Vi chiedo almeno di giocarci con un po’ di sale in zucca!
Prendiamo ad esempio l’argomento dei “due per mille”. Giusto per confondervi un po’, ce ne sono “due” di “due per mille”.
Il primo è quello che i politici si sono auto-dedicati.
Il Ministero dell’Economia ha pubblicato sul suo sito i risultati relativi al 2 per mille 2015 ai partiti politici.
Alcune osservazioni – che già altri hanno fatto.

– stiamo parlando del 2 per mille firmato nella dichiarazione 2015 dei redditi 2014, quindi presentata tra marzo e settembre 2015. Come mai i partiti politici possono sapere in così breve tempo questi dati e i risultati del 5 per mille al non profit vengono dati 2 anni dopo?
– Perché – per legge – ne ricevono una parte già in anticipo alla fine dell’anno stesso della dichiarazione, mentre per il 5 per mille la stragrande maggioranza delle organizzazioni deve aspettare quasi tre anni?
– I partiti politici se lo sono tagliato .. il 2 per mille – in quanto dopo i deludenti risultati dello scorso anno non credevano ci sarebbe stato un incremento (come c’è stato) tanto sostanzioso. Ma la decurtazione comunque porterà 2,7 milioni in meno ai partiti (al PD questo vuol dire -1,5 min), per una misura di circa il 20%. Capiamoci bene: non è che chi segue il 5 per mille e si vede tagliato da 5 anni l’erogazione effettuata dai contribuenti possa essere felice per il taglio che i politici si sono auto-procurati. Non c’è “mal comune mezzo gaudio”. C’è che “mal comune, rimane male”! Se è una truffa tagliare il 5 per mille (senza dire nulla per anni e anni), se è un inganno tagliare l’8 per mille (solo quello statale, per carità), è un pessimo costume tagliare il 2 per mille ai partiti politici. Qui la beffa è fatta ai danni dei beneficiari, ma l’inganno è operato contro i contribuenti.

Bene: cari rappresentanti del III settore, nulla da dichiarare?

Altro due per mille, quello della cultura, anzi delle associazioni culturali.
Il ragionamento al Mibact deve essere stato: dato che abbiamo fatto male il 5 per mille alla cultura, con tanto di rampogna da parte della Corte dei Conti, facciamone un altro di “per mille”.
Non so voi, ma io non riesco proprio a seguire la “consecutio” del ragionamento. Nella legge di stabilità 2016 hanno infatti inserito un “due per mille” per le associazioni culturali e ad oggi non hanno definito il requisito soggettivo ed oggettivo (solo associazioni? no comitati o fondazioni? cosa si intende per “cultura”?). La legge esplicita che entro il 31 gennaio dovrebbero sapersi questi elementi, ma ad oggi nessuno sa nulla, soprattutto nessuno capisce il “senso” di questa norma. Hanno voluto sparare “basso” verso e a favore di un popolo diffuso di associazioni culturali che non essendo Onlus, ODV, APS o riconosciute non hanno accesso al 5 per mille? Ma io ero rimasto con la dichiarazione ripetuta mille volte (dai politici) che gli enti iscritti al 5 per mille erano troppi. Qui si vuole persino allargare la platea a soggetti da nessuno controllati né monitorati!
Il Forum del III settore, con comunicato stampa del 23.12, afferma incredibilmente “Leggiamo l’introduzione del 2×1000 a favore di associazioni culturali come un dovuto ma non scontato investimento in politiche di sviluppo, urgenti nel nostro Paese.” Il che vuol dire che non hanno capito proprio nulla, proseguendo persino la loro fulgida tradizione di soggetto “rappresentante per caso” o “a sua insaputa”.
Cari rappresentanti del III settore, ma davvero non avete nulla da obiettare ai vostri amici politici che seggono sugli scranni di Montecitorio e Palazzo Madama?

Carlo Mazzini

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