2 per mille: i Partiti conoscono il numero dei contribuenti regione per regione

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Il mondo diviso in due, almeno per quanto riguarda i benefit e le sfighe dei “per mille”.

Sulle sfighe non devo neppure fare il riassunto delle puntate precedenti su 5 per mille, 2 per mille alla cultura, 8 per mille statale. Vi segnalo un interessante articolo di Valentina Melis di lunedì scorso (25.4) sul Sole 24 Ore.

Benefit: l’8 per mille alle confessioni religiose e il 2 per mille ai partiti politici.

Concentriamoci sul 2 per mille ai partiti politici. Sappiamo già che persino a termini non ancora scaduti di presentazione delle dichiarazioni, i partiti iniziano a sapere quanti sono i contribuenti che li hanno beneficiati del loro 2 per mille e a quanto assomma l’ammontare (ovviamente provvisorio). Sappiamo anche che verso dicembre sanno già gli ammontare definitivi e in quello stesso mese incamerano i soldi del 2 per mille dichiarato fino a 3 mesi prima dai contribuenti.

Giusto per non farci mancare nulla, cosa succede in termine di benefit relativamente al 2 per mille ai partiti politici? Aspettate un attimo, torniamo al 5 per mille.

I miei amici fundraiser affermano che “conoscere è potere”, e fin qui è un’ovvietà comunque vera (non sempre i FR sono originali). Ma perché dicono ciò? Per la semplice constatazione che se io so chi è il mio donatore potrò successivamente rimettermi in contatto con lui e proporgli una relazione più duratura, più frequente, più intensa ecc. Ciò di cui si lamentano in merito al 5 per mille è la non conoscibilità dei contribuenti, e ogni proposta verso quell’obiettivo è stato stroncato sul nascere.

Ok, ma se non mi dai i nomi, dimmi almeno da dove mi vengono questi soldi (pochi o tanti che siano). E invece no, non è possibile ottenere dati disaggregati per organizzazione.

E i partiti? Anche loro non sanno da dove vengono i soldi?

Loro sanno, quanto meno i numeri, regione per regione.

L’ho scoperto leggendo questa notizia dove si afferma che il PD Toscana è soddisfatto delle 64.000 preferenze ricevute dai contribuenti locali in relazione al 2 per mille.

Come fanno a saperlo? Sulla base di quale provvedimento di quale dirigente i partiti possono ottenere i dati statistici – tanto utili – della distribuzione del loro 2 per mille? Non sarà che i partiti li possono avere perché sono DENTRO le istituzioni che elaborano i dati? Già i partiti si fanno le leggi riguardanti loro stessi, sarebbe inopportuno che facessero pressione sulla burocrazia.

Sarebbe davvero importante che qualche deputato / senatore vicino al non profit ci spiegasse

a. la ragione della disparità del trattamento tra non profit e partiti politici

b. la legittimità – da quale fonte, disposizione – della trasmissione dei dati regionali dall’Agenzia delle Entrate ai partiti

Giusto per capire un po’ come vanno le cose.

Carlo Mazzini

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