Istituto Italiano della Donazione: finalmente si sveglia dal torpore ma non abbandona l’autocelebrazione

3


La puntata precedente è nota. IID viene “condannato” dal Giurì dell’Autodisciplina Pubblicitaria perché ha diffuso una pubblicità considerata ingannevole dal Giurì. Ciò che nell’articolo di ieri opponevo era che la pubblicità in effetti era un pò ambigua (e per questo mi rimettevo al giudizio del Giurì, condividendolo) ma – soprattutto – era il “dopo” a colpirmi. L’IID non si è premunito di pubblicare la pronuncia nè, in assenza della stessa, di dare notizia dell’accaduto. Alla faccia della trasparenza mi ero detto.

Oggi la grossa novità.Primo. Nella home page del sito dell’IID compare una solenne dichiarazione

COMUNICAZIONE IID SULLA PRONUNCIA DELL’ISTITUTO DI AUTODISCIPLINA PUBBLICITARIA DEL 25 MAGGIO SCORSO

Mancano solo le vuvuzelas a fianco! (scusate, la tentazione era troppo forte)

Cliccando entriamo in questa pagina che copio e linko.

COMUNICAZIONE IID SULLA PRONUNCIA DELL’ISTITUTO DI AUTODISCIPLINA PUBBLICITARIA DEL 25 MAGGIO SCORSO
Il  30 giugno scorso abbiamo comunicato agli Associati dell’Istituto la “pronuncia” dello IAP in merito ad un annuncio pubblicitario comparso sul giornale City del 2 dicembre 2009 ritenuto dallo stesso contrario all’Art.2 del Codice di autodisciplina pubblicitaria e abbiamo preannunciato la sua pubblicazione integrale sul nostro sito.

Ciò non è avvenuto finora perché la pubblicazione non è stata prevista dalla pronuncia, che si limitava a chiedere la non reiterazione del messaggio pubblicitario (peraltro uscito solo il 2 dicembre), ed in attesa di chiarimenti formali da parte dello IAP stesso al riguardo.

Altri hanno anticipato pubblicamente la pronuncia e ciò ci costringe ad alcune precisazioni:

– L’Istituto ritiene le proprie comunicazioni non ingannevoli.

– L’Istituto continuerà nella promozione dei propri Associati anche a mezzo inserzioni pubblicitarie nello stile sobrio e non comparativo che lo ha sempre contraddistinto, purtroppo nell’ambito di un budget davvero assai contenuto.

– L’Istituto non fa rating e classifiche (come anche comunicato durante la recente presentazione degli indici di efficienza degli Associati IID – Roma 24 giugno).

La cosa davvero rilevante è  che il sottoporsi a verifiche “esterne” come gli Associati hanno accettato entrando nell’IID costituisce davvero un plus dei quali l’intero Terzo Settore dà loro atto, nonostante i pareri contrari di pochi.

Gli Associati all’IID sono impegnati a fare qualcosa di più e di diverso rispetto a quanto altri fanno: questo è riconosciuto dai cittadini e dalle istituzioni con i quali l’IID quotidianamente si relaziona.

A parte la prima reazione del tipo “… che avrà voluto dire …”, cerchiamo di capire quale senso danno della trasparenza i compilatori del comunicato stampa.

Dicono

Il  30 giugno scorso abbiamo comunicato agli Associati dell’Istituto la “pronuncia” dello IAP in merito ad un annuncio pubblicitario comparso sul giornale City del 2 dicembre 2009 ritenuto dallo stesso contrario all’Art.2 del Codice di autodisciplina pubblicitaria e abbiamo preannunciato la sua pubblicazione integrale sul nostro sito.
Ciò non è avvenuto finora perché la pubblicazione non è stata prevista dalla pronuncia, che si limitava a chiedere la non reiterazione del messaggio pubblicitario (peraltro uscito solo il 2 dicembre), ed in attesa di chiarimenti formali da parte dello IAP stesso al riguardo.

Di cosa stiamo parlando? Il fatto che nella pronuncia non si parlasse di “obbligo di pubblicazione” non vuol dire che non potessero farlo. Se lo avessero fatto, io – per primo – avrei detto: hanno toppato pubblicità (succede e spesso anche ai più grandi) ma guarda che profilo, vedi che differenza! Cosa che non ho potuto dire.

Altri hanno anticipato pubblicamente la pronuncia e ciò ci costringe ad alcune precisazioni:

Dato che la comunicazione è di stamane, gli altri sarebbe Quinonprofit. La cosa che mi colpisce è che sono “costretti” alle precisazioni, proprio e solo perché Quinonprofit ha dato una notizia allegando i documenti ufficiali. Se non avessi scritto e riportato i documenti, non avrebbero scritto le seguenti – e stupefacenti – precisazioni.

– L’Istituto ritiene le proprie comunicazioni non ingannevoli.

Legittimo, lo scrissi anche ieri.

– L’Istituto continuerà nella promozione dei propri Associati anche a mezzo inserzioni pubblicitarie nello stile sobrio e non comparativo che lo ha sempre contraddistinto, purtroppo nell’ambito di un budget davvero assai contenuto.

Scusi, sir. Sapesse il nostro budget! Del suo non ci interessa nulla, ma soprattutto se è non comparativo non scriverete più che delle vostre associate “ci si può fidare” (sottintendendo come detto dal Giurì – ma da voi contestato – che delle altre non ci si possa fidare).

– L’Istituto non fa rating e classifiche (come anche comunicato durante la recente presentazione degli indici di efficienza degli Associati IID – Roma 24 giugno).

Lo sappiamo e lo ringraziamo (non sa quanto!) per questo. Ma chi ha scritto che fa rating? Mi sono perso una puntata?

La cosa davvero rilevante è  che il sottoporsi a verifiche “esterne” come gli Associati hanno accettato entrando nell’IID costituisce davvero un plus dei quali l’intero Terzo Settore dà loro atto, nonostante i pareri contrari di pochi.

A parte l’italiano zoppicante, molti enti non profit – associati all’IID e non associati – già si sottopongono al giudizio esterno, almeno contabile (revisori e – in più – società di revisione), per non parlare di ISO ecc ed in più quelle istituzionali (MAE, Enti locali, ecc). Quello di IID è una verifica di certo utilissima che si aggiunge ad altre già esistenti.

Gli Associati all’IID sono impegnati a fare qualcosa di più e di diverso rispetto a quanto altri fanno: questo è riconosciuto dai cittadini e dalle istituzioni con i quali l’IID quotidianamente si relaziona.

Bravi!

E per finire, diciamo ciò che non dicono o non fanno.

– Non dicono che proprio stamattina hanno tolto la pubblicità “incriminata” dalla Home page (che quindi c’è rimasta per almeno 40 gg dalla sentenza).

FINO A IERI

DA OGGI

– Continuano a non pubblicare la pronuncia.

– non mi citano! (Scherzo, ci mancherebbe altro).

E ciò che fanno

– i sostenuti

– quelli che bastano a loro stessi … (l’impressione è proprio questa)

– quelli che “con questa comunicazione l’abbiamo risolta!”

Contenti loro!

Carlo Mazzini


Related Posts with Thumbnails
Share.

About Author

3 commenti

  1. Se “Gli Associati all’IID sono impegnati a fare qualcosa di più e di diverso rispetto a quanto altri fanno: questo è riconosciuto dai cittadini e dalle istituzioni con i quali l’IID quotidianamente si relaziona” chiedo che venga precisato questo “qualcosa di più e diverso” e quali siano i cittadini e istituzioni che lo riconoscono. Sarebbe utile citarli ad esempio sul sito internet dell’istituto italiano della donazione.

    E poi una domanda finale: ma ai donatori chi ci pensa? Pensate tutti (e qui mica mi rivolgo all’IID ma ai fundraiser) che possa esserci qualcosa oltre ad una certificazione come quella dell’IID? Ovvero ci può essere una sua evoluzione (interna od esterna) verso un modello dove oltre ad un processo di certificazione e conseguente logo su bilancio, sito, etc. il potenziale donatore possa essere “assicurato” della bontà dell’onp anche da un confronto tra dati di bilancio con altre onp del medesimo settore o che svolgono attività simili?

    • Questa è la domanda da un milione di dollari! Hai ragione.
      Alla domanda
      “ci può essere una sua evoluzione (interna od esterna) verso un modello dove oltre ad un processo di certificazione e conseguente logo su bilancio, sito, etc. il potenziale donatore possa essere “assicurato” della bontà dell’onp anche da un confronto tra dati di bilancio con altre onp del medesimo settore o che svolgono attività simili?”
      … la mia risposta è
      NO
      Tutti gli strumenti sono utili ma nessuno “assicura” o “certifica” la correttezza morale al 100% di un ente. Così disse anche il Giurì al par. 11
      “In altre parole si può garantire che un soggetto segua un processo gestionale, ma non si può garantire che da ciò derivi anche un risultato gestionale in termini di affidabilità e serietà. (omissis)”

      cm

  2. Altra precisazione dovuta sul comunicato stampa IID.
    “L’Istituto continuerà nella promozione dei propri Associati anche a mezzo inserzioni pubblicitarie nello stile sobrio e non comparativo che lo ha sempre contraddistinto, purtroppo nell’ambito di un budget davvero assai contenuto.”
    Bè nel 2006 e 2007 i contributi a fondo perduto all’Istituto mi sembrano dei buoni contributi, perchè l’IID non fa raccolta fondi come fanno altri (Charity Navigator ad esempio?)

    – “L’Istituto non fa rating e classifiche”
    Non capisco se non è nella sua mission ed allora condivido la dichiarazione, o se è una presa di posizione a priori, cos c’è di male a fare rating e classifiche? Mi ricorda tanto la pubblicità comparativa IOR-Airc che scatenò un certo dibattito nel 2004 (qui un ricordo http://www.aiccon.it/file/convdoc/IOR.pdf)

Leave A Reply

Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.

Questo sito utilizza cookie per funzioni proprie. Se continui nella navigazione o clicchi su un elemento della pagina accetti il loro utilizzo Per maggiori informazioni vai in fondo alla pagina e clicca su "Privacy Policy"

Vai in fondo alla pagina e clicca su "Privacy Policy" - Per contattarci su questioni "Privacy" scrivi a "studiouno (chiocciola) quinonprofit.it"

Chiudi