5 per mille passati: le responsabilità di chi non dà soldi e informazioni … e di chi non le chiede

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Avrete notato che nei talk show non vi è un politico (ma neppure un confindustriale o sindacalista) che si prenda “una” responsabilità. Tutti a magnificare l’imprescindibilità del proprio ruolo (concordo) ma mai nessuno che dica “su questa questione devo rispondere io, mi dovete giudicare per quello che faccio”.
Ma lo sappiamo, abbiamo una classe dirigente di veramente basso profilo.

Il concetto da far proprio, a mio parere, è invece che ad ognuno vada riconosciuta la responsabilità legata al proprio ruolo e non quella di altri.

Questa massima (profonda, eh?) dovrebbe essere scolpita nelle nostre menti e nei nostri atti. Dovremmo tenerla a mente quando scriviamo, quando parliamo e discutiamo, non fosse altro per tenere buoni rapporti, per fare giustizia, per essere considerati ragionevoli.
Tutta questa introduzione è per fare chiarezza su un punto del nostro amatissimo 5 per mille.
I fatti e le responsabilità.
  • Se, in merito al 5 per mille 2009, i soldi ai primi 41 enti (in ordine di importo) non arrivano, la responsabilità NON E’ del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ma del Ministero dell’Economia che deve versare i soldi nelle casse del Ministero del Lavoro.
  • Se, in merito al 5 per mille 2008, i soldi a quasi 900 enti non sono ancora arrivati, la responsabilità NON E’ del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ma dell’Agenzia delle Entrate che non ha ancora comunicato i dati completi delle organizzazioni al Ministero del Lavoro.
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – che non ha bisogno certo della mia difesa – ha, a mio avviso, una grande responsabilità: quella di non saper comunicare.
Perché mai in tutto questo tempo non è stata fatta chiarezza pubblicamente su questi ed altri temi?
Perché mai, su un problema noto pure alle pietre come quello del momento dal quale “parte” la rendicontazione, il Ministero non ha detto subito una parola pubblica e chiara?
Perché mai si è dovuta attendere l’intraprendenza di una piccola associazione e la buona volontà di un banalissimo consulente (sarei io, questo il post in cui ho parlato delle novità della rendicontazione) per avere una risposta in tempi brevissimi (meno di 24h) e competente?
E’ particolare, a mio avviso, il fatto che Ministero non abbia capito quali fossero i bisogni degli enti dal dicembre scorso quando sono uscite le pur buone linee guida alla rendicontazione.
E’ particolare – anche se non più sorprendente – che le rappresentanze del non profit (almeno così si spacciano) non abbiano saputo prontamente esprimere i dubbi e i quesiti.
E ora finiamo con una nota di colore, che sta sempre bene.
Come pubblicato sul sito sulla rendicontazione del 5 per mille, approntato dal Forum del Terzo Settore (ne parleremo un’altra volta), lo stesso ente ha mandato un’email al Direttore della Direzione Generale per il Terzo Settore e le Formazioni Sociali per chiedere se rispondesse al vero quanto io avevo riportato sul mio sito.
Trovate qui la risposta del Direttore dott. Festa di soli due giorni dopo.
Nella risposta, come leggete, si fa riferimento al mio sito, e la cosa mi fa veramente sorridere …
Se parliamo di responsabilità, la Direzione del Ministero ha assolto al suo ruolo; del Forum – senza tener conto del ritardo dei mesi precedenti – si registrano i riflessi bradipeschi. La mia nota è del 20 ottobre, e loro ci mettono 6 giorni a scrivere una email!
Magari non gli si apriva Outlook!
Per tacer dell’Agenzia del Terzo Settore, ormai immersa nel lungo letargo invernale.
Carlo Mazzini
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