E venne la volta del Giornale: taglio al 5 per mille

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Vediamo. In merito al taglio del 5 per mille 2010. Primo fu Quinonprofit, e vabbè; ma non vale, non è un periodico. Pensate che in una recente ricostruzione dei fatti anche Vita si è dimenticato chi ne ha scritto per primo. E vabbè. In fondo ci conosciamo solo da 13 anni … 😉

Ricominciamo.

Il primo fu il Sole 24 Ore, che il 21 maggio fece uscire un articolo con tanto di numeri, pareri. Qui la versione online

Lo stesso giorno, su Corriere economia fu pubblicato un articolo che parlava sì del 5 per mille, ma che in merito alla riduzione sragionava affermando che era causata dalla crisi. Sì, certo.

Poi – 25 maggio – ci fu l’iniziativa di una quindicina di organizzazioni che scrissero una lettera aperta a Monti nella veste di Ministro dell’Economia. La lettera fu pubblicata da Vita che fece partire una petizione.

Passa quasi un mese e il 22.6 arriva l’Espresso che – almeno online – riporta la questione intervistando il capo redattore di Vita, Stefano Arduini.

Arriviamo ad oggi; esce sul Giornale – anche online – un articolo che con dovizia di particolari riprende la notizia già data oltre 40 gg fa dal Sole.

Questa è la stampa che abbiamo.

Non basta una palese doppia ingiustizia (verso i contribuenti e verso le organizzazioni). Non basta il taglio di una cifra monstre almeno per il non profit. Per far uscire la notizia sui giornali in tempi umani e così avere anche l’attenzione dei ministri (diciamo così) competenti, bisogna far qualcosa di plateale.

Pensiamoci bene; un’azione dirompente, qualcosa che “faccia notizia”. Ideona, facciamo parlare chi rappresenta il non profit!

Dai, facciamo dire qualcosa di utile per il non profit dal prof Zamagni!

Come? Non conta più niente dopo che gli hanno tolto l’Agenzia? Perché prima contava?

Ok, tramontato Zam c’è il Forum del terzo settore; l’ineffabile Olivero avrà qualcosa da dire, oltre a fare pubblicità del 5 per mille per le ACLI. In effetti qualcosa l’ha detto al Sole il 4 giugno scorso. Sentite che botta! “Assistiamo a continue negazioni di fatto del principio di sussidiarietà – commenta A Olivero … – quasi che si fosse tornati a una visione neostatalista del sociale. E’ plausibile che ciò dipenda dal fatto che calano le risorse, per cui si tende solo a tappare i buchi. Ma questo non cambia la gravità dei segnali, che non intendiamo subire senza reagire”.

Bravo, ben detto! Gliele hai cantate chiare! Ma cosa ha detto? Non è che – come alcuni suoi predecessori – si sta preparando per entrare in Parlamento? “Visione neostatalista”, “non intendiamo subire” …

Mi consenta, Olivero; la faccia semplice e dica che è una vergogna e che reagite facendo … ad esempio mettendo la notizia sul vostro sito (ad oggi ancora immacolato, neppure toccato dalla notizia del taglio).

Ripensando alla fu Agenzia del Terzo Settore, adesso c’è la nuova struttura interna al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Facciamo dire qualcosa a loro; ah, l’han detta? La sotto-segretaria Guerra (nomen omen)  ha detto che del taglio non sa nulla, che il Ministero del Lavoro non c’entra nulla, che non è affar loro ma di Monti.

Ponzio Pilato a confronto era un dilettante nel lavarsi le mani, direi.

Cosa ci è rimasto? Chi ci è rimasto? Chi è la voce del non profit?

Quando il non profit capirà che ha la necessità di avere qualcuno (credibile, please) che lo rappresenti, sarà il primo passo per la strada verso la normalità.

 Carlo Mazzini

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1 commento

  1. Quoto, straquoto, iperquoto le tue affermazioni! Oltre al problema dei governanti e a quello dei giornalisti abbiamo un problemone enorme a casa nostra. E come non risponde Monti non risponde neanche la rappresentanza del non profit. Ce la possiamo prendere solo con Monti?
    Mi sa di no…..

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