5 per mille stabile: qualche miglioramento al Senato

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Ogni tanto ci vuole una (abbastanza) buona notizia!

Questa viene dalla 6a Commissione Finanza e Tesoro del Senato, dalla quale è uscito, per approdare all’assemblea. il testo modificato del disegno di legge delega sulla riforma fiscale che contiene all’art 12, c 2 (gia art 2, c 7) la previsione di stabilizzazione del 5 per mille, misura tanto attesa dal non profit.

Avevo criticato il fatto che il 5 per mille stabile – nel testo originario -dipendesse soltanto dalla previsione di far cassa con i risparmi che di anno in anno si sarebbero avuti con la riduzione del costo fiscale derivante dalle deduzioni, detrazioni e agevolazioni (a imprese, non profit e persone fisiche); la famosa spending review.

Nel corso della discussione in Commissione, il Governo ha proposto con successo la modifica del comma in modo che il finanziamento del 5 per mille non dipenda più solo da questi risparmi (non certi, non quantificabili) ma anche da altri.

Come hanno fatto?

Hanno aggiunto l’avverbio “anche”, come vedremo tra poco.

Inoltre si è rafforzato l’obbligo del Governo di legiferare – con decreto legislativo – sulla materia. Dall’originario “Il Governo è altresì delegato a procedere” si è passati a “Il Governo assicura”.

Il miglioramento è notevole, direi di sostanza.

Il mandato ad emanare i decreti legislativi sembra più forte proprio grazie “all’assicurazione” che ritengo debba essere interpretato nel senso letterale del termine, cioè di “mettere al sicuro” la stabilizzazione. Certo, dato che io sono un pò pignolo, e che loro sono un pò deboli con l’italiano dicono “assicura … alla razionalizzazione e alla stabilizzazione dell’istituto della destinazione del 5 per mille …”, quando “assicura” regge – in questo caso – il complemento oggetto e non il complemento di termine (ripassare l’analisi logica con i figli aiuta!). Auspichiamo che se ne accorgano e che correggano l’errore (materiale) in Assemblea del Senato.

Tornando alla sostanza, torniamo all’ANCHE.

Riporto il periodo che ci interessa

Il Governo assicura, con gli stessi decreti legislativi, in funzione delle maggiori entrate ovvero delle minori spese realizzate anche con l’attuazione del comma 11 e del presente comma, alla razionalizzazione e alla stabilizzazione dell’istituto della destinazione del 5 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche in base alle scelte espresse dai contribuenti.

Quell'”anche” messo lì ci tranquillizza?

Fino ad un certo punto. Se avessero messo “anche” all’inizio della subordinata (anche in funzione …), dormiremmo sonni più tranquilli. Mettendo l’avverbio prima di “con l’attuazione …” fanno comunque dipendere il finanziamento della misura dal fatto che si reperiscano risorse comunque derivanti da un qualche risparmio, e non – come dovrebbe essere – dal gettito tout court dell’IRPEF.

Detto diversamente, il Governo, i politici e i burocrati dovrebbero iniziare a mettersi in testa che il 5 per mille è dovuto indipendentemente dal fatto che in futuro si riesca a risparmiare tagliando qualche agevolazione o comprando meno matite copiative.

Se si chiama “5 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche in base alle scelte espresse dai contribuenti” è così difficile capire che il suo finanziamento deve corrispondere – guarda caso – al 5 per mille dell’IRPEF dei contribuenti che hanno messo una firma nei riquadri?

Cosa dite? Gli facciamo un disegnino?

Carlo Mazzini

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