IMU enti non commerciali: non è banale calcolare il dovuto

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Non torno indietro sulle polemiche IMU enti non commerciali, ostelli con suorine incastonate che non pagano (gli ostelli, non le suorine), e amenità varie. Ho già dato del mio.

Non torno neppure sulle contestazioni a quanto riportato nel DM 200/12 in merito alle presunzioni di commercialità nei vari settori. Anche qui ho già dato.

Ma, avvicinandosi il termine del pagamento della prima rata dell’IMU 2013, mi sono chiesto cosa debba fare un ente che abbia sotto lo stesso tetto (di sua proprietà) un’attività – per pochi mesi all’anno – che secondo il Ministero dell’Economia è commerciale abbinata ad altra attività non commerciale, ed in più ospiti con comodato gratuito altro ente non commerciale che svolge attività non commerciale.

Il primo dato di fatto è che il Ministero dell’Economia è in plateale e inscusabile ritardo nella produzione del modello di dichiarazione che comunque serve ai contribuenti (enti non commerciali) esenti, non esenti, parzialmente esenti a far conoscere ai comuni la loro situazione.

Il secondo dato di fatto è che in teoria l’ente non commerciale può calcolarsi il vero “dovuto” dell’IMU facendo un pò di calcoli, seguendo le indicazioni dell’articolo 5 che prevedono

a. se hai l’immobile facilmente divisibile (perchè in una frazione di immobile ci fai l’attività comm e nell’altra la non comm) utilizzi il criterio della superficie

b. se non destini una parte precipua dell’immobile all’attività commerciale ma la “spargi” per tutto l’immobile, allora vale un criterio di popolazione servita. Cioè devi calcolare quanti utenti utilizzano la tua attività commerciale e quanti utilizzano quella non commerciale.

c. se poi – come nel caso esposto – non fai la tua attività commerciale tutto l’anno (dillo che te la vai a cercare, dai!!!) devi applicare il criterio a. o b. cui applicare ulteriormente il criterio temporale. Fai un’attività commerciale un mese all’anno, allora applichi (a) X 1/12

E’ chiaro che quando dico che bisogna applicare il criterio a. o b. non sto dicendo dove lo sto applicando; ma perché vi so troppo intelligenti. Rendita catastale con maggiorazioni varie e applicazione aliquota.

Dimenticavo. Se concediamo ad un’associazione amica lo svolgimento continuativo della propria attività non commerciale (e dobbiamo farcelo scrivere dal responsabile) non dobbiamo pagare nulla perchè con un pò di lungimiranza – e reinterpretando precedenti giurisprudenziali – il Ministero dell’Economia ha detto che in effetti un ente che dà a titolo gratuito una porzione (o tutta) della sua unità immobiliare a altro ente senza scopo di lucro che la utilizza per non fare attività commerciale, beh, in effetti, è esente dal pagamento dell’IMU. Deo gratia.

Stanchi, vero? Sappiate che potete evitare esenzioni e calcoli di occupazioni e di utenti che utilizzano la vostra attività commerciale,

a. emigrando

b. applicando la Circ 2/13 del Dipartimento Federalismo del Ministero dell’Economia che dice che per i contribuenti è troppo vicino il termine del 17 giugno e che il legislatore sta ancora lavorando sulle norme IMU (DL 35/13). Quindi, se non sono mutati i termini soggettivi e oggettivi di imponibilità sull’immobile, i contribuenti possono pagare quanto hanno pagato lo scorso anno, almeno per la prima rata.

Carlo Mazzini

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