Proposta Bobba e Vignali per il 5 per mille: i dilettanti continuano a sbaragliare

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pltOggi il duo Bobba (PD) e Vignali (PdL, oltre che CDO) presenta la  proposta di legge di stabilizzazione del 5 per mille. Vita ne ha anticipato il documento qui.

Basito. Non posso dire “non mi sarei mai aspettato …” perché ormai siamo abbastanza scafati a tutto. Se non vi sovviene, andate a vedere cosa hanno prodotto sullo stesso tema altri colleghi degli onorevoli. Ma da loro non mi aspettavo tanto sottovuoto spinto. Ma Bobba, cosa c’è stato a fare a capo delle ACLI e poi del Forum del Terzo Settore se finisce a scrivere questo obbrobrio che palesa la pervicacia con la quale NON si vuole imparare NULLA dalle esperienze passate? E Vignali (già CdO)? Cosa servono tutte le ginocchiate in chiesa e le opere di carità se poi dovendo mettere la testa in qualcosa che andrà pro-caritate non si accorge quali sono stati gli effetti della burocratizzazione del 5 per mille? Evidentemente ACLI e CDO non parlano con i loro ex-dirigenti, o – non vorrei mai! – gli suggeriscono cose sbagliate.

Vediamo cosa fanno i due onorevoli ignari del 5 per mille (trovate il testo del progetto di legge in fondo):

1. inseriscono nel primo riquadro le sportive dilettantistiche, ma tutte, proprio tutte e non solo – come è da un pò di anni – quelle con meriti sociali (che assistono cioè o soggetti svantaggiati o giovani o ultra 65enni). Ciò significa che i 40mila enti del primo settore diventeranno più di 110mila. Gli ignari non sanno che così deprimono ulteriormente la parte che arriva alle organizzazioni per le scelte non espresse (oggi al 6,5%).

2. Eliminano le attività sociali dei Comuni; solo il governo di centro-sinistra del 2007 era riuscito in identica stupidaggine. Loro non han voluto essere da meno.

3. Non ricomprendono il settore dei beni culturali, introdotto nel 2011; con la cultura non si mangia, si sa.

4. Ripropongono il DPCM di natura non regolamentare. Come possiamo dirlo? NON LO VOGLIAMO, perché è espressione della peggiore burocrazia (8 edizioni del 5 per mille lo stanno a dimostrare) che incarta l’iter invece di renderlo più fluido.

5. Con rispetto, ci permettiamo anche di annunciare agli onorevoli Bobba e Vignali la non prematura scomparsa del Ministero “del lavoro, della salute e delle politiche sociali” dicastero citato nel progetto di legge al comma 4 ma che non esiste dal 2009, dato che l’hanno scorporato in Min Lavoro e Politiche Sociali da un lato, e Min della Salute dall’altro. E pensare che militano entrambi in partiti al governo …

6. Relativamente al fatto che la copertura – come dice nell’intervista Bobba – sia di 500 milioni, non ne troviamo traccia nella proposta di legge; perché mai non l’hanno scritto? Non ci credono neppure loro che glielo accettino?

Poi, giusto per farvi divertire, riporto la parte introduttiva del progetto di legge dove gli onorevoli dicono cosa li ha ispirati a scrivere un testo di legge, quali sono le urgenze ecc. Dovrebbero essere discorsi alti, di forte motivazione morale e anche pratica.

Diciamo che ci provano, ecco. Riporto i miei commenti in rosso:

Onorevoli Colleghi! – L’istituto della destinazione di una quota del 5 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) a finalità scelte dai contribuenti rappresenta uno strumento concreto di libertà di scelta per il cittadino e ciò costituisce un elemento essenziale per un’autentica sussidiarietà.

Ok, non originalissimi, ma vero!

Il nostro Paese non è immune dagli effetti della crisi internazionale in cui versa l’economia mondiale.

Ma davvero? Si noti l’eufemismo “non è immune”, mentre navighiamo a vista …

È questa la fase in cui occorrono atti di grande responsabilità e di grande capacità, in grado di individuare e di sostenere i punti di eccellenza del nostro «sistema Paese».

Soprattutto in un periodo di crisi economica che, sempre, porta con sé l’emergere di nuove povertà e di marginalità sociali, il cosiddetto «terzo settore» rappresenta un settore decisivo per la tenuta del nostro modello sociale.

Yawn (Sbadiglio)

Le organizzazioni senza scopi di lucro non distribuiscono utili: in questo momento è di fondamentale importanza la capacità di reinvestire per una costruzione anziché cercare un facile guadagno.

Sul fatto che le organizzazioni senza scopi (singolare era meglio) di lucro non distribuiscano utili siam d’accordo. Ma la frase dopo, cosa voleva dire? Chi reinveste, chi guadagna? Ma come scrivono?

Esse danno lavoro a un gran numero di persone anche svantaggiate: è un atto di responsabilità premiare chi offre possibilità di lavoro.

Ma che dice? Indipendentemente dal fatto se le non profit aumentino l’occupazione o meno, il “premio” (quanto son buoni!!!) sarebbe per chi persegue scopi solidaristici.

Inoltre, esse sono presenti nel territorio in modo capillare: in un momento in cui l’economia «globale» ha messo in scena tutti i suoi limiti, è di fondamentale importanza valorizzare le realtà presenti attivamente sul territorio.

Con queste motivazioni potevano inserire anche le pro-loco!

Infine, esse hanno come fine primario la solidarietà, che è sempre stata un elemento distintivo del nostro Paese e che certamente si rivelerà uno dei fattori decisivi per affrontare il difficile periodo che ci attende.

Finalmente parla della solidarietà, lasciamo stare se essa sia stato sempre un elemento distintivo del nostro paese!

I risultati della destinazione della quota del 5 per mille dell’IRPEF degli anni passati dimostrano il grande apprezzamento per questo strumento da parte dei cittadini italiani.

Sì ma aggiungi che dimostrano a) la capacità del non profit a realizzare attività concrete b) l’incapacità dello Stato a gestire uno strumento tanto semplice!

La presente proposta di legge intende dare stabilità all’istituto del 5 per mille come atto concreto di sussidiarietà e, a tale fine, stabilisce che:

1) potrà essere devoluto il 5 per mille sia dell’IRPEF, sia di alcune imposte sostitutive;

2) saranno ammessi al beneficio, tra i soggetti senza scopi di lucro: le organizzazioni non lucrative di utilità sociale, le associazioni di promozione sociale, le associazioni e le fondazioni riconosciute che operano nei settori di cui all’articolo 10, comma 1, lettera a), del decreto legislativo n. 460 del 1997 e le associazioni sportive dilettantistiche riconosciute dal Comitato olimpico nazionale italiano. Sarà inoltre possibile destinare il 5 per mille dell’IRPEF e delle imposte sostitutive agli enti di ricerca scientifica e alle università nonché alla ricerca sanitaria.

Li portano via con la camicia di forza!

 

Carlo Mazzini

Ecco il testo del disegno di legge

1. Fermo restando quanto già dovuto dai contribuenti a titolo di imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) e delle imposte sostitutive previste dall’articolo 13 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, e dall’articolo 1, comma 105, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, una quota pari al 5 per mille dell’IRPEF, calcolata al netto del credito d’imposta per i redditi prodotti all’estero e degli altri crediti d’imposta spettanti, e delle suddette imposte sostitutive è destinata, in base alla scelta del contribuente, alle seguenti finalità:

a) sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale di cui all’articolo 10 del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460, e successive modificazioni, nonché delle associazioni di promozione sociale iscritte nei registri nazionale, regionali e provinciali previsti dall’articolo 7, commi 1, 2, 3 e 4, della legge 7 dicembre 2000, n. 383, delle associazioni riconosciute e delle fondazioni che operano nei settori di cui al citato articolo 10, comma 1, lettera a), del decreto legislativo n. 460 del 1997, e delle associazioni sportive dilettantistiche riconosciute dal Comitato olimpico nazionale italiano ai fini sportivi ai sensi dell’articolo 7 del decreto-legge 28 maggio 2004, n. 136, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 luglio 2004, n. 186;

b) finanziamento degli enti di ricerca scientifica e delle università;

c) finanziamento della ricerca sanitaria.

2. Restano ferme le disposizioni in materia di destinazione dell’8 per mille dell’IRPEF, di cui alla legge 20 maggio 1985, n. 222.

3. Le somme corrispondenti alla quota di cui al comma 1 sono determinate, sulla base delle scelte espresse dai contribuenti, in relazione agli incassi in conto competenza relativi all’IRPEF e alle imposte sostitutive individuate ai sensi del medesimo comma 1, risultanti dal rendiconto generale dello Stato.

4. Con decreto di natura non regolamentare del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca e del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, sono stabilite le modalità di richiesta, le liste dei soggetti ammessi al riparto e le modalità del riparto delle somme di cui al comma 3.

 

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