Corte dei Conti sul 5 per mille: rimangono le criticità

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Non sarà una bocciatura completa come per l’8 per mille – qui la mia analisi di pochi giorni fa – ma anche sul 5 per mille la Corte dei Conti legna abbastanza.

In passato era intervenuta a fine 2013 per la prima indagine, poi nel 2014 per capire a che punto i diversi ministeri fossero arrivati a modificare le cose e ora torna nuovamente per dire “a che punto eravamo rimasti?”.

Il punto principale (la novità che novità non è) è rappresentato dalle “numerose anomalie riscontrate nei comportamenti degli intermediari”. Si parla delle attività di audit promossa dall’Agenzia delle Entrate che ha palesato i comportamenti non chiari – e a volte fin troppo chiari – di CAF che, accomunati per ispirazione ideologica a enti di primario livello, favoriscono gli enti stessi con comportamenti che vanno dallo “sconveniente” al “ma ci sono o ci fanno?”. Le dichiarazioni – del 5 per mille – non firmate, ad esempio, non sono un bello spettacolo.

Giusto per fare i nomi (la tabella è della Corte), i CAF esaminati e le organizzazioni collegate sono

Caf

onlus /associazioni collegate

Caf Mcl

Movimento cristiano lavoratori

Caf Acai

onlus Acai

Caf Serv. Base

Rete Iside onlus

Caf Anmil

Anmil onlus

Caf Acli

Acli

Questo audit era stato già oggetto di un articolo di Valentina Melis sul Sole 24 Ore (qui) e rivela le seguenti irregolarità:

1) Trasmissione di scelte relative alla destinazione del 5 per mille difformi dalla volontà del contribuente

2) Mancata conservazione delle schede relative alle scelte

3) Presenza di materiale pubblicitario relativo a potenziali beneficiari delle scelte

4) Ingerenza nel processo decisionale del contribuente

Un quadro edificante, non c’è che dire!

La reazione del Ministero del Lavoro è la seguente:  “concorda sulla necessità di vigilare sull’operato degli intermediari, affinché sia esclusa ogni possibile interferenza sulla libera scelta del contribuente”. Della serie, “Premio GAC” (cit. Gazebo).

Vediamo ora cosa riporta il Forum del Terzo Settore, mai citato nelle prime 45 pagine della relazione (quelle successive sono la ripubblicazione delle due precedenti puntate). Parlo del Forum in quanto alcune delle organizzazioni di cui sopra beneficiate dai CAF fanno parte del Forum. Quindi: che dice il Forum? Perché non viene mai citato dalla relazione? Ha inviato altre riflessioni? E se no, perché? E il CSVnet? Idem con patate?

Si parla poi della stabilizzazione del 5 per mille (facciamo la hola per la precedente “finanziaria” e la volontà del Governo di rendere stabile il 5 per mille) e la Corte rileva che non è stato razionalizzato l’istituto. Si parla di un DPCM sul tema rendicontazione e pubblicità che sarebbe dovuto uscire entro 90 gg dalla precedente finanziaria (8 mesi fa) e viene riportato che è “in corso di predisposizione”. Alla faccia che riflessi, cari Ministeri!

Poi i magistrati contabili riportano la manfrina – con rispetto parlando – delle “troppe onlus” ecc e collega questo ragionamento ai suoi doveri di controllo dei conti quando dice “è improcrastinabile una più rigorosa selezione degli stessi, al fine di non disperdere risorse per fini impropri: i fruitori, infatti, superano, ormai, il numero di 50 mila”.

Sarebbe tutto molto bello e giusto se solo ci dicessero quanto costa il 5 per mille alle amministrazioni pubbliche sul versante “controllo soggettivo, elaborazione dei dati”. E chi dovrebbe chiedere questo dato? La Corte dei Conti. Lo fa? No.

Scade nel qualunquismo – con rispetto parlando – quando afferma:

“Infine, il notevole e costoso lavoro di controllo della rendicontazione risulta, almeno finora, poco proficuo; una più rigorosa selezione degli enti risulterebbe utile anche per assicurare una più razionale allocazione delle risorse: è nota, infatti, nel non profit, la presenza di normali attività imprenditoriali solo per ragioni di convenienza fiscale.”

E’ nota cosa? Ha cifre? Ci sono indagini statistiche? No e poi no. Non alimentiamo il qualunquismo. Bastava dire che la più razionale allocazione delle risorse permetterebbe la prevenzione di uso indiscriminato delle agevolazioni fiscali da parte di soggetti che non ne hanno titolo.

La Corte dei Conti è tutta contenta per il fatto che sono stati messi online gli elenchi completi dei beneficiari come aveva chiesto (completi in un unico file, per intenderci). Vittoria di Pirro.

Inoltre la Corte bastona – e fa benissimo – nuovamente il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per il “suo” 5 per mille, quello del “famolo strano”.

“Irrazionale risulta, altresì, l’impossibilità di scelta diretta dell’ente nella scheda per l’opzione della destinazione del 5 per mille”. Detto tutto! Condividiamo da mo’. Il Ministero giura e spergiura che cambierà tutto e potranno essere favorite anche le strutture pubbliche a difesa della cultura. Per me è una buona idea, ma mi sembra che siamo ancora un po’ lontani dall’obiettivo.

Le altre criticità.

La Corte sperava che la diffusione dei dati e delle scelte dei contribuenti fossero più veloci (auspicio del 2014) e ora rileva che quest’anno l’Agenzia si è ulteriormente attardata! Per non parlare del solito Ministero dei Beni ecc. che non ha ancora comunicato i dati di due anni fa!

La Corte inoltre afferma che

“Sarebbe auspicabile la riunione, in una sola anagrafe, degli albi, degli elenchi e dei registri attualmente presenti ed una più penetrante capacità di controllo delle singole amministrazioni competenti sulle iscrizioni e sulle cancellazioni”

I Ministeri rispondono “antani”, nel senso che dicono sì, forse, però, io sono disponibile ma lui è cattivo e attivano tutte le tattiche per temporeggiare. Avessero voluto farlo si sarebbero mossi da tempo! Anche sulle semplificazioni burocratiche di iscrizione è buio pesto, si sono fatti in avanti piccoli passi da formica zoppa.

Rendiconti. Afferma la Corte: “Sarebbe auspicabile la riunione, in una sola anagrafe, degli albi, degli elenchi e dei registri attualmente presenti ed una più penetrante capacità di controllo delle singole amministrazioni competenti sulle iscrizioni e sulle cancellazioni”

Sarebbe auspicabile sì! Ma il Ministero del Lavoro risponde ancora con la Leggenda della Sacra Riforma! Giusto per dire … siamo lì lì pronti!!!

Tra i peana della Corte (incluse le sue fisime) e le risposte dei Ministeri che dicono “tutto andrà bene, ci stiamo attrezzando”, la relazione si conclude, per il lettore, mestamente.

Santo Bartali, è vero: l’è tutto da rifare!

Soprattutto la testa di certi funzionari!

Scaricate il file da qui o dal sito della Corte (pesante, in ogni caso e in ogni senso!!!)

Carlo Mazzini

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