Le ragioni per le quali è indispensabile tenere aperta l’Agenzia per il Terzo Settore

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In merito alla questione della chiusura dell’Agenzia del Terzo Settore – già Agenzia delle Onlus – è tempo di dare alcune risposte al Ministro Fornero che ha detto «Ci dispiace, ma bisognava fare per forza questa operazione. Fare un’altra authority non sarebbe stato possibile. Tenerla in vita così come è sarebbe stata la riprova che in Italia non si può chiudere niente»

Perché mantenere in vita l’Agenzia del Terzo Settore?

 

– perché, a titolo personale, ho spesso criticato pubblicamente – ahimè in solitaria – l’Agenzia su molti versanti,
… ma ho sempre detto che un’Agenzia che funziona è (o sarebbe stata) un fattore di sviluppo per il non profit e per il paese; come dire, ad oggi è stata sotto alcuni aspetti, lacunosa e pressapochista e questi sono errori molto gravi (ad es. l’inguardabile ed improponibile testo sulle linee guida della raccolta fondi, ma non solo …). Nonostante ciò, l’azione di seconda lettura – ad esempio – delle istanze di iscrizione all’Anagrafe Onlus, e alcuni dei tavoli di concertazione con l’Agenzia delle Entrate sono state attività assolutamente non solo utili ma persino necessarie, come testimoniato anche dall’articolo di Frangi a pag 8 sul Vita in uscita questa settimana (3.2.12).

 

– perché se è vero che i Presidenti (Ornaghi e Zamagni) sono – soprattutto il secondo – competenti sulla materia, si sono dimostrati “unfit” in relazione al loro ruolo politico (mai uno che abbia alzato il ditino contro i governi che hanno sempre lasciato nel precariato l’Agenzia), non è detto che dobbiamo continuare a camminare nel versante della sfiga, e magari proprio i tecnici potrebbero scegliere qualcuno che abbia magari meno pubblicazioni ma più senso pratico delle cose.

 

– perché il non profit è sottorappresentato non solo dal punto di vista “corporativo” – e almeno questa non è una colpa da addossare all’Agenzia – ma anche dal punto di vista del sapere condiviso, anche del sapere tecnico del quale vi è un bisogno enorme;

 

– perché, Ministro Fornero, non mi capacito della motivazione da lei data – o almeno quella, non smentita, riportata da tutti i giornali: “Tenerla in vita così come è sarebbe stata la riprova che in Italia non si può chiudere niente”. Ma le sembra una ragione? Se vuole chiudere l’Agenzia delle Onlus, faccia un esame sui costi e sui benefici e vedrà che si possono chiudere mille altri organismi, ma l’Agenzia – con tutti i difetti strutturali e di realizzazione pratica che ha (ci sono nomi e cognomi) – è un ottimo investimento per il presente, non solo per il futuro. Non è possibile che si misuri l’efficienza del Governo (“… sarebbe stata la riprova che in Italia non si può chiudere niente“) sulla soppressione di un ente indispensabile, anche se fino ad oggi mal governato.
Invito chi vuole contribuire ai “perché non chiudere l’Agenzia del Terzo Settore” a scrivere qui in calce i propri perché.

 

In chiusura la ciliegina.
Vi è una norma – articolo 6 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122 – che toglie ai consiglieri dell’Agenzia (così come a enti pubblici o a chiunque riceva sovvenzionanti pubblici) la possibilità di ricevere una adeguata “indennità di funzione” (governano un ente che controlla e guida oltre 300mila enti!).
Ma alla regola generale è stata di recente introdotta un’eccezione. Il testo di conversione del DL milleproroghe ora passato al Senato reca all’art 14, c 2-bis almeno fino al 1 gennaio 2013 la deroga dell’applicazione di detta norma ai consiglieri delle federazioni sportive e delle discipline sportive associate iscritte al Comitato olimpico nazionale italiano (CONI).
Ministro Fornero: ciò significa piegarsi alla logica delle lobby che difendono interessi meramente privati (leciti, ma privati), e non ascoltare le istanze di chi – i consiglieri dell’agenzia – fa gli interessi di tutti.
Carlo Mazzini
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2 commenti

  1. Ho letto solo adesso il tuo post del 15 settembre solo e questo tuo ultimo, in un momento in cui si discute della chiusura della Agenzia.

    Sono molto d’accordo con questo approccio razionale e molto poco retorico. Credo che la levata di scudi sulla chiusura sia una sterile manifestazione retorica di impotenza. Ai tanti difetti della Agenzia (che certo sulal carta sarebbe utilissima) aggiungo la totale insensiblitò ad alcune questio chiave relative al non profit quali la faccenda delle tariffe postali e il tetto al 5 per 1000. Inoltre faccio notare che le linee guida emanate sono state fatte coinvoglendo in modo parziale e sommario interlcoutori del non profit e del fund riasing che forse avrebbero potuto dare consigli e indicazioni utili a rendere tali strumenti meno avulso dalla realtà. Sotto questo aspetto, per la sua chiusura non piango . Certamente però non rido. ANche la sua funzione di controllo mi sembra crente. Molte le Onlus che hanno combianto guai (alcune elle quali guarda caso coinvolte nelle attività). ALtre sono passate nelle maglie dei controlli nonostante siano state organizzazioni a delinquere come quella che due anni fa ha svolto una raccolta fondi il cui risultato è stato messo in tasca dall’ideatore (vedi Festival del fund raising 2010 Processo al fund raising).
    La verità è che è una agenzia che è nata su di una logica del tutto politica e amministrativa Legittima per carità) vrso un mondo che invece dovrebbe essere liberato proprio dagli ostacoli e dai paradossi prodotti da queste logiche.

    Uno sgardo a come si fa nel resto del mondo non avrebbe guastato. Lasciamola pure aperta. Ma io mi aspetto veramente molto di più.

    Grazie Carlo per la tua riflessione

  2. Mi trovo perfettamente d’accordo. Un agenzia ha il compito di indirizzare, consigliare, fare rete, interfacciarsi tra organizzazioni e Stato (Camera, Senato, Governo) per lavorare insieme a sostegno di un settore che certamente crea ricchezza per il Paese ed eroga servizi utili alla comunità. Le motivazioni addotte dal Ministro non trovano alcun fondamento e logica. C’erano dei dubbi si affronti la questione. Quanti enti che governano ad esempio acque e/o bacini sono solo un costo per lo stato?
    Probabilmente non si è approfondito a sufficienza. Mi auguro che le organizzazioni del Terzo settore se rappresentate in Parlamento avanzino richieste di chiarimento e lavorino per un Agenzia che produca.

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